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La storia di Nansy

Nansy, 15 anni di entusiasmo per la vita!


Ambientarsi in Sacra Famiglia non è stato facile, ma grazie al paziente lavoro degli operatori, Nansy ha tirato fuori il suo carattere solare e positivo. E fa passi da gigante!
Mamma casalinga, papà pizzaiolo, i primi anni Nansy li trascorre in Egitto, in campagna, insieme ai nonni e ad altri parenti. Nel suo Paese, il debutto a scuola non è dei migliori, frequenta un giorno e poi, spaventata, corre a casa e non ne vuole più. Passa le giornate davanti alla tv, ribelle ai tentativi della mamma di darle qualche occupazione casalinga, con l’unica “consolazione” di grandi quantità di cibo. Una situazione pesante sia per lei che per la famiglia.

 

 

ALLEGRA, MA SELETTIVA
Nansy gioca sorridente a Memory con le educatrici Rita Invernizzi, 52 anni, e Chiara Sangalli, 55, i suoi due punti di riferimento al S. Maria Bambina (Servizio Residenziale Terapeutico Riabilitativo), che la guardano orgogliose e commosse. «Se pensiamo a quei primi giorni sembra quasi impossibile», dice Chiara, «anche se non si tratta di un miracolo ma di un lavoro costante che abbiamo svolto noi operatori, cercando il contatto con la famiglia».
«Gradualmente ha accettato di mangiare, poi di svolgere delle attività con noi», ricorda Rita. «E anche se ormai il nostro rapporto è consolidato, con gli altri è selettiva, fa fatica a entrare in relazione con chi non conosce. Ha un primo approccio oppositivo perché ha paura, deve conoscere e capire. Ma se sente che può fidarsi, poi ti dà l’anima».

TUTTO LE INTERESSA
Non è stato facile. Nansy adesso comprende bene l’italiano e cerca di parlarlo. «È comunicativa e sveglia», conferma Chiara, «si fa capire con lo sguardo e i gesti, è intuitiva, capisce le intenzioni. Il suo tallone d’Achille è l’attenzione: si distrae, ha una grossa fatica attentiva. Non per pigrizia, anzi, dato che ogni cosa le interessa, è curiosa, ma anche dispersiva». Per questo, l’équipe del S. Maria Bambina fa un gran lavoro di “strutturazione della giornata” per farle sapere quali attività la attendono, e hanno predisposto un calendario della settimana con la comunicazione aumentativa, perché tutto sia sotto controllo. «Il nostro lavoro mira a darle il più possibile una vita normale», spiega Rita, «a farle gustare le piccole cose, la camera, i vestiti, la compagnia, le uscite, sperando che un domani possa trovare il posto giusto per lei».
 

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